martedì 4 gennaio 2011

Il mese buono: Gennaio

  
A Gennaio non restò che stare a casa. Ormai la neve aveva occupato la terra, il gelo spesso e duro formava come una corazza lucida sul suolo. Tra gli alari del camino bruciavano i ceppi.
   Gennaio non si lamentava di nulla. Sbrigava i lavori attorno casa, poi sulla sera, si metteva nel canto del fuoco a raccontar novelle.
   Una notte sentì battere all'uscio. Aprì senza chiedere neppure chi fosse. Fuori imperversava una tempesta di neve, e tra il volteggiare dei fiocchi bianchi Gennaio si trovò dinanzi una vecchina curva e intabarrata in un grande scialle nero.
   - In giro con questo tempo da lupi? - esclamò Gennaio facendola entrare.
   La vecchina sorrise. Si scrollò di dosso la neve e rispose:
   - E' il mio mestiere.
   Gennaio non era curioso. Perciò non chiese alla vecchina nè di dove venisse, nè di dove andasse.
   L'aiutò invece a togliersi dalle spalle lo scialle bagnato e l'accompagnò verso il fuoco.
   - Venite nonnina, - le diceva premuroso. - Riscaldatevi. Ecco, mettetevi qui vicino alla fiamma. Toglietevi gli zoccoli. Anche le calze sono tutte bagnate. Volete cambiarle?
   Così dicendo corse al suo cassettone. Prese le due più belle calze che avesse e le porse alla vecchina.
   - Non fate complimenti, nonnina. Coi piedi umidi si prendono le infreddature.
   - Grazie figliolo! - diceva la vecchina commossa.
   - Avete bisogno di prendere qualcosa di caldo? Una tazza di latte? Non vi riguardate.
   - Grazie figliolo, - rispondeva la vecchina. - Tu sei veramente gentile.
   - Ora vi metto un pò di fuoco a letto, e andate a riposarvi presto.
   - Grazie figliolo. Tu sei buono.
   - E' il meno che posso fare per voi. Ditemi francamente se avete bisogno di altro.
   La vecchina ringraziava sempre sorridendo.
   Quando fu a letto Gennaio le rimboccò le coperte.
   - E ora dormite. Domattina vi sveglio io quando è l'ora della colazione. Buonanotte, nonnina!
   - Buonanotte, figliolo caro!
   Gennaio spense il lume e si recò nella sua camera. Dormì tranquillamente come al solito, mentre fuori fischiava la tramontana.
   Quando dalle imposte piene di neve filtrò un pò di luce bigia e scialba, Gennaio saltò dal letto. Si vestì e busso alla camera della vecchina. Nessuno gli rispose. Aprì pian piano l'uscio. Il letto era rifatto come se nessuno vi avesse dormito.
   Scese in cucina. Della vecchina nessuna traccia. Si accostò agli alari per accendere il fuoco e dalla cappa del camino vide penzolare le calze che la sera avanti aveva prestato alla vecchina.
   Ma non pendevano vuote e flosce. Apparivano gonfie, piene di roba insaccata a forza.
   Le staccò e con cautela cominciò a vuotarle. Erano piene di regali, di dolci, di frutta rare, di oggetti utili.
   Gennaio a ogni pacchetto dava in un grido di sorpresa.
   Nel puntale dell'ultima calza trovò finalmente un biglietto scritto con un carbone spento. Diceva:
   - " Perchè sei stato buono e generoso!".
   Seguiva una firma, che Gennaio stentò a decifrare. Era la firma della Befana.
                                                                                                            di P. Bargellini
                                                                                            tratto da Sorrisi
                                                                                        

9 commenti:

  1. Chiara una splendida foto e un racconto magico!
    un abbraccio

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  2. che paesaggio da favola e che bel racconto..... buon anno cara! ciao Ely

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  3. Troppo magico questo racconto!!!bellissimo..io alla Befana chiederei salute e serenità e che ls nostra casa nuova venga costruita in poco tempo..tu?

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  4. ma che bella fiaba! un pò di magia ci vuole sempre....

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  5. Le parole magiche e la foto davvero splendida!!!Buon anno tesoro!!!Smack!!

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  6. Bellissimaaaa davvero bellissima.. pensa m'ha fatto venrie i brividi.. ricordavo un racconto simile quando ero bambina.. che ricordi!!!!! Un baciottone grande :-)

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