lunedì 31 gennaio 2011

Dreamtime


Grazie Federica!

il profumo, il sapore, il calore ...
... sensazioni che ti portano nel tempo dei sogni




" ... non si vede bene che col cuore.
L'essenziale è invisibile agli occhi..."

                                                           da Il Piccolo Principe
                                                              di Antoine De Saint-Exupéry


venerdì 21 gennaio 2011

Fagiolo Ciavattone di Sorano

un piattino ideale in questi giorni d'inverno

Amo viaggiare e adoro scoprire i sapori e i profumi tipici del luogo, assaggiare piatti della tradizione preparati con i prodotti tipici della zona

nel cuore della Maremma grossetana ...

Sorano, incantevole borgo tufaceo

arroccato su un ripido sperone, con le antiche mura che racchiudono le caratteristiche case in pietra, con piani sfalsati di livello collegati da ponti,scale di legno e gallerie

e

 il Fagiolo Ciavattone di Sorano
prodotto iscritto in: Elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali regione Toscana
D.Lgs. n° 173/98 - Art. 8
Decreto Mi.P.A.F. n. 350/99
coltivato dall'Azienda Agricola Bigi Piero
che ha voluto reintrodurre le colture tradizionali della zona


nella terra dei tufi: territorio coperto dalle ceneri e dai lapilli degli antichi vulcani di Bolsena e Mezzano
le rocce vulcaniche effusive, prive di calcio e ricchissime di potassio, determinano sul fagiolo due caratteristiche organolettiche determinanti:
- la mancanza assoluta della "gusciosità" della cuticola esterna, che risulta finissima, da "sciogliersi in bocca"
- un sapore ricco ed intenso ( profumato) determinato dalla forte incidenza del potassio naturale.
Tali peculiarità, accompagnate dal favorevole clima della collina, ne fanno un prodotto unico


Ricetta Soranese

FAGIOLI E TAGLIATINI
per 4 persone
300 gr. di fagioli ciavattone tenuti in ammollo per 10 ore ( circa) e bolliti,
2 spicchi di aglio,
1 cucchiaio di concentrato di pomodoro,
3 cucchiai di olio di oliva, 1,5 lt. di acqua,
pasta fresca,
salvia,
sale
pepe


In una casseruola mettere 3 cucchiai di olio, aggiungere l'aglio e la salvia, facendoli imbiondire. Unire una parte dei fagioli passati, aggiungere l'acqua, il passato di pomodoro, il sale e il pepe.
Portare ad ebollizione per mezz'ora. Aggiungere i restanti fagioli interi e far cuocere la pasta.
informazioni e ricetta tratte dalla confezione


Prodotti tipici

Fagiolo Ciavattone di Sorano

Stracchino di Sorano
cacio della città del tufo stagionato in celle di tufo
da acquistare al Caseificio di Sorano




giovedì 20 gennaio 2011

Magiche creazioni

Che sorpresa!!!
che meravigliosa sorpresa!!!


ho provato a tener segreto il mio compleanno ma qualche fatina con un pizzico di magia è riuscita a scoprirlo :)

una busta custode di un soave profumo racchiuso in uno splendido guancialino ricamato, di una super comodissima shopper del colore che adoro e di magiche creazioni realizzate per me dalla carissima mammadeglialieni!!!! una fata del cucito, del ricamo, della casa!!!
una vera magia averti incontrato!!!
hai avuto un pensiero di una gentilezza infinita!!!! grazie con tutto il cuoreeee per l'affetto, l'attenzione, 
mi hai regalato una grandissima gioia!!!! 
sono rimasta senza parole guardando e ammirando gli incantevoli lavori  capolavori!!! curati nei minimi particolari! meravigliosiii!!!!!!!!!


con ricami e nastrini del mio colore preferito!!!

sacchettini porta biancheria
con la mia iniziale, incantevole!!!
il guancialino profumato





splendidi caldi guanti personalizzati :)


con questi meravigliosi guanti è impossibile restare in casa  :)


grazie di cuoreeeee!!!!!!!!!!


lunedì 17 gennaio 2011

Purè


" ...
   Un sacco di patate...
Prese il coltello e tranciò i legacci di tela del sacco, estraendo quattro patate oblunghe.
... lavò via il terriccio dalla superficie cerosa, usando uno spazzolino per pulirne i minuscoli incavi e infossature ...
... a Lillian piacevano le infossature, anche se comportavano un maggiore dispendio di tempo per il lavaggio. Le ricordavano i campi prima che venissero coltivati, quando ogni collinetta o buca era una dimora, la scena di una piccola battaglia o di un piccolo idillio tra animali.
   Una volta pulite le patate, prese dalla rastrelliera il suo coltello preferito, le tagliò in quattro e lasciò cadere i pezzi, a uno a uno, nella grande pentola azzurra piena d'acqua che aveva messo sul fornello. Colpirono il fondo con tonfi sordi, appaganti, spostandosi per un attimo qua e là fino a trovare la posizione giusta, poi si fermarono, oscillando solo lievemente quando l'acqua prese a sobbollire.
...
   Lillian ... si chinò per prendere un pentolino dal mobiletto. Lo sistemò sul fornello e vi versò del latte, fino a un terzo dell'altezza delle pareti diritte. Quando girò la manopola della cucina a gas, la fiamma salì con un balzo a lambire i lati del tegamino.
...
   L'acqua nella grossa pentola azzurra bolliva dolcemente, le patate sballottate qua e là in preda a una garbata rassegnazione come passeggeri su un autobus affollato. La cucina si colmò del tepore di acqua evaporata e del profumo di latte scaldato, mentre l'ultima luce entrava rosea dalle finestre. Lillian accese la lampadina sopra la cucina a gas e controllò le patate con la punta del coltello. Cotte. Le tolse dal fuoco e le rovesciò in un colapasta.
   "Smettetela di cuocere", bisbigliò, mentre faceva scorrere l'acqua fredda sulla loro superficie bollente. " Smettetela subito".
   Le scosse per eliminare gli ultimi residui di acqua. La buccia si staccò con facilità, come uno scialle che scivoli giù dalle spalle di una donna. Lillian lasciò cadere i pezzi di patata, uno dopo l'altro, nella grossa ciotola metallica dove aveva già messo un pò di burro, poi accese il mixer e li osservò trasformarsi da forme a pura consistenza, da montagnette a nubi gibbose, a bambagia. Alcune fettine di burro si sciolsero in lunghe e scintillanti striature di giallo attraverso la voluta di bianco in movimento. Prese il pentolino e versò lentamente il latte sulle patate. Poi il sale. Quanto bastava.
   Come per un ripensamento raggiunse il frigorifero e prese un pezzo di parmigiano. Ne grattugiò un pò sul tagliere, poi sollevò con le dita quei soffici frammenti e li lasciò cadere, in una nebbiolina sottile, nella ciotola rotante, dove scomparvero all'interno del composto. Spense il mixer, poi passò un dito sulla sommità del purè e assaggiò.
   " Ecco", disse. Si allungò verso l'interno del pensile e prese due piatti fondi, ampi e piuttosto bassi, con il bordo abbastanza largo... poi li posò sul piano di lavoro. Immerse il grande cucchiaio di legno nel purè e depositò una montagnola di bianco esattamente al centro di ogni piatto. All'ultimo momento creò un avvallamento in mezzo a ogni montagnola, poi vi inserì accuratamente una porzione extra di burro.
...
Era stata sicura che le patate si sarebbero rivelate magiche.
...  

tratto da La scuola degli ingredienti segreti
di Erica Bauermeister



Ingredienti
4 patate
acqua
latte
burro
parmigiano
sale


venerdì 14 gennaio 2011

Cake speck, cipolla e grano saraceno



Ingredienti
200 gr farina
30 gr farina di grano saraceno
2-3 uova ( dipende dalla grandezza)
50 gr grana a scaglie
80-100 gr speck tagliato a dadi
2 cipolle tagliate a fettine sottili
4 foglie di salvia
2 cucchiai di latte
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
burro
sale
pepe misto
1/2 bustina di lievito per torte salate


In una padella far andare un pò di burro con la salvia a pezzetti, aggiungere la cipolla e far cuocere fino a doratura.

In una ciotola unire le uova con l'olio e il latte, aggiungere le farine ed amalgamare.
Unire al composto grana, speck, cipolla, sale, un'abbondante macinata di pepe misto, il lievito ed amalgamare il tutto.

Versare il composto in uno stampo da plumcake rivestito con carta forno e cuocere in forno già caldo a 180 ° per 40 minuti ( gli ultimi 15 minuti coprire con carta forno).
Sfornare, dopo una diecina di minuti togliere dallo stampo.

E' buonissimo anche il giorno dopo e quello dopo ancora se nn finisce prima!

preparato il venerdì, risulterà estremamente tattico per ingannare la fame di chi vorrebbe trovare un pranzetto mentre qualcuno se ne sta in giro per il mercato del sabato mattina :)

martedì 11 gennaio 2011

Racconti di pane


Racconti di pane
di Susan Seligson

Un viaggio per conoscere il pane scoprendo paesi, tradizioni, rituali, ricette...

tratto dal libro:

"... in Marocco, nella città imperiale di Fès, tra i vicoli della medina
pane marocchino...pagnotte tonde... da intingere nel succo della tagine
   Le donne della medina preparano l'impasto del pane ogni mattina.
...Dal deserto e dagli altopiani a macchia i berberi si sono portati dietro una varietà di pani non lievitati, incluso un pane schiacciato che può essere cotto seppellendo l'impasto sotto la sabbia bollente del deserto.

nel deserto giordano
pane al sesamo che assomiglia ad una gigantesca ciambella con il buco...baygala
pane morbido cotto nelle pentole di argilla...pane sottile come una tela che si stacca da sfere fumanti, il pane sorge dal carbone e dalla cenere di una semplice brace...
Lievitato oppure no, il pane è semplice e non sa d'altro che grano e fuoco.

in Irlanda
pane irlandese ... farina, latticello, bicarbonato di sodio
Provate a gettare nell'impasto un uovo, l'uvetta e un pò di zucchero e otterrete il "pane nuziale" irlandese.
Nell'impasto della farina Tim aggiunge del sale grosso e un cucchiaino da caffè di bicarbonato che ha prima passato al setaccio. Aggiunge alcuni cucchiai di zucchero e lavora gli ingredienti secchi con le mani per incorporare aria e renderlo più leggero.
...rompe due uova nel suo latticello...versa nella ciotola con la farina ... Dovete usare una mano soda e girare più volte. La sua mano compie un cerchio tre o quattro volte, quale che ci vuole per ammorbidire tutti gli ingredienti. "Ecco fatto!".
...non richiede alcuna lavorazione, la lavorazione aumenterà il livello di glutine e la durezza dell'impasto... qualche giro ed è fatta...solleva l'impasto sulla teglia da forno e gentilmente la schiaffeggia sui bordi per poter formare un cerchio. Afferra un coltello, incide una profonda croce sulla pagnotta e "libera le fatine". Il pane non crescerà senza quei tagli, che durante la cottura diventano dei solchi profondi...
In Irlanda, insieme al pane al bicarbonato di sodio, il pane integrale lievitato è il pane nazionale... lavora il lievito allo stato liquido con la farina rapidamente e ...versa l'impasto nello stampo e lo copre con un canovaccio per la lievitazione...Quando il pane al frumento lievita, strabordando dalla pentola, è pronto per essere infornato

il pane azzimo
...le leggi sono molto severe...sotto l'occhio attento del rabbino, l'addetto alla mescita dell'acqua sta attento a non mescolare nemmeno un granello di polvere di farina quando aggiunge l'acqua, Un impastatore entra per lavorare l'impasto quel poco che basta, trenta secondi o anche meno, l'impasto viene suddiviso tra coloro che lo spianano... dopo essere stati bucherellati per liberare tutte le bolle d'aria intrappolate ( rifugi dello chametz) il pane azzimo viene posto in un forno in pietra o di mattoni fino a 1370°C. I pani azzimi infornati vengono controllati un'ultima volta alla ricerca di bolle o di crateri più sospetti che possano contenere residui di impasto crudo: di nuovo aleggia lo spettro dello chametz. Dal principio alla fine ci vogliono cinque minuti.


tra le strade e i mercati dell'India punteggiati di panificatori che vanno dal più semplice venditore di chapati, un uomo, una padella e un piano, a colui che prepara un nan e che tira fuori i pani da un tandoor di argilla.
...Nel Nord, gli indiani raccolgono le loro salse a base di curry con nan cotti nei forni di argilla.
Nel sud tropicale, è più probabile incontrare delle frittelle di riso lievitate chiamate appam e il loro cugino non lievitato la dosa, enormi crepe paffute grandi quanto una cartella in cui qualcuno ha lanciato dentro patate e cipolle.
Il pane...è il piatto, il cucchiaio e il rumore del martello che dà il ritmo al pasto.
...
Adoro guardare le sue dita che arrotolano strette volute di impasto per creare le paratha. Mi piace il modo in cui i chapati si gonfiano in piccoli cuscini di piacere quando li mette a cucinare sulla fiamma. Tutto questo nasce dall'impasto più semplice: farina integrale, acqua e sale. ...
Il roti, fondamentalmente chapati con un pò di olio o burro liquefatto, ha il sapore del frumento appena abbrustolito a causa della brunitura ottenuta con la cottura sulla piastra concava di ghisa non oliata: la tava. Brijendra lancia le pagnotte sulla tava bollente, e l'impasto è talmente sottile che si colorano nell'arco di qualche secondo. Tenuto sulla fiamma per alcuni minuti, il roti si gonfia fino ad assumere l'aspetto di una minuscola pita
...
Nella Vecchia Delhi una strada inverosimilmente stretta è soprannominata "Paratha Row" per la sua fitta catena di bancarelle per il pane. Ovunque le abili mani di uomini e ragazzi lanciano, allungano, e tirano un impasto pallido e setoso di farina e acqua...
...
Quando ho visitato Tamil Nadu nel Sud dell'India, ho visto mani al lavoro mescolare una pastella di farina di riso umida e dal, l'alimento principale degli indiani fatto con piselli o lenticchie schiacciate. Lasciata a fermentare una notte o anche più, la pastella diventa spumosa e fragrante. Allungata con acqua, la pastella viene messa a cucchiaiate in una padella unta con olio a cuocere come una crepe...in alcuni luoghi è così grande che la dosa "culla" nel suo abbraccio un ripieno di patate speziato, come un fagotto da errante...uno spuntino da mangiare nel tardo pomeriggio.
...Ovunque c'è qualcosa che cuoce, se non è cibo allora sarà chai, onnipresente. Come il pane, il tè è fondamentale nella vita degli indiani. Il tè è la stretta di mano degli indiani, il loro abbraccio.
...
Il vecchio mercato dei cereali...Annusiamo i sacchi di farina di grano per chapati e nan, di farina di lenticchie per papaduan e di farina di riso per dosa.

in Alabama
... i panini dolci erano un paradiso di bontà. Erano fragranti, come una pasta sfoglia ma non si sfaldavano, umidi ma non unti, con una bella crosticina in superficie ma arrendevole sotto i denti.
... La ricetta dei panini dolci di Janie è molto semplice, molto essenziale ed è un'eredità, secolare, da Mamma Joad capostipite. Gli ingredienti sono farina "White Lily Self-Rising Soft Wheat" ( farina di grano tenero autolievitante), grassi vegetali e latte. Finito.
...farina in un'enorme ciotola d'acciaio... si lavora finché i grassi vengono assorbiti e lasciano l'impasto friabile, a questo punto si aggiunge il latte.
...
Janie raccoglie tutto l'impasto con le mani e lo pressa su un vecchio tavolo da cucina infarinato. Lo stende fino a fargli assumere la forma di una grande pizza, poi lo lavora alternativamente stendendo e ripiegando la sfoglia dell'impasto. Stende e ripiega, stende e ripiega e poi è pronta. Con movimenti sicuri e rapidi Janie usa il matterello per stendere l'impasto dello spessore di circa 2,5 cm Per ottenere le forme dei panini usa una lattina di succo di frutta vuota.
I panini dolci hanno un diametro di circa sette cm... devono cuocere per 8-10 minuti.
...
... si compie una sorta di magia ogni volta che si fa mangiare alla gente le cose più semplici e più vere...


I panini dolci alla campagnola
di Zia Eunice


Ingredienti
Dose per 12 panini
Due tazze di "White Lily Self-Rising Soft Wheat Flour" ( ho utilizzato farina autolievitante per pane)
1/4 di tazza di grassi vegetali Crisco ( ho utilizzato olio)
Quasi 3/4 di tazza di latte


Preriscaldare il forno a 260 gradi. Mettere la farina in una ciotola.
Con una forchetta, mescolare i grassi finché tutto l'impasto sia friabile.
Aggiungere il latte e girare con una forchetta fino a staccare completamente l'impasto dalle pareti della ciotola.
Rivoltare l'impasto su una superficie infarinata.
Lavorare dolcemente più volte.
Stendere una sfoglia dello spessore di 1,5 cm.
Ricavare dei dischetti con una lattina vuota ( io ho utilizzato un bicchiere)
Disporre i panini su un foglio di carta da forno a una distanza di un centimetro l'uno dall'altro.
Far cuocere in forno per 8-10 minuti.


..."

questo e molto altro nel bellissimo libro
                 Racconti di pane


venerdì 7 gennaio 2011

Dolce colazione


La mia colazione: calda, silenziosa, solitaria

pochi raggi di sole a farmi compagnia
per iniziare pian piano il nuovo giorno

un caffè macchiato, zucchero di canna e miele,
 fiocchi di riso e frumento integrale



la colazione del mio Sa!!!
quella siiii!!
musica, tv, finestre spalancate per far entrare tutta la luce possibile!!!!

un latte macchiato, zucchero
dolci!! biscotti, crostata, brioche, ciambellone...

  

Ingredienti
per 12 grandi o 16 medio piccoli
( ispirazione: veneziane di Imma e di Sara)

250 gr farina 00
250 gr manitoba
1 uovo
80 gr burro sciolto ( si può sostituire con 4-5 cucchiai di olio)
60 gr zucchero
200 gr  latte
un pizzico di sale
1/2 cubetto di lievito di birra

granella di zucchero

per la crema:
2 tuorli
3 cucchiai di zucchero
1 1/2 cucchiai di farina
200 gr latte
vaniglia


Sciogliere il lievito nel latte tiepido in cui si è aggiunto 1 cucchiaino di zucchero.
In una ciotola setacciare la farina, aggiungere lo zucchero, il lievito sciolto, l'uovo, il burro sciolto e il pizzico di sale.
Impastare bene con una forchetta ( l'impasto deve risultare morbido).
Far lievitare coperto con pellicola al caldo per 90 minuti.
Riprendere l'impasto, formare delle palline aiutandosi con cucchiaio e farina e disporle su lastra rivestita di carta forno.
Far lievitare 1 ora ( coperte con pellicola, in luogo caldo)
Nel frattempo preparare la crema: scaldare il latte con vaniglia. Montare i tuorli con lo zucchero, aggiungere la farina. Amalgamare il tutto e cuocere su fuoco dolce girando continuamente.
Fare incavo al centro di ogni pallina e mettervi un pò di crema.
Spennellare con latte e terminare con granella di zucchero
Cuocere in forno a 180° per circa 20 minuti.


Per la raccolta di Cappuccino & Cornetto
Colazione da te


giovedì 6 gennaio 2011

Befanini al marzapane




tratto da
                               Torte e ciambelle
                                  dolci e frittelle
                                                                  di Elisa Carlotti

"...biscotti  molto antichi, che si usa ancora fare nelle nostre campagne lucchesi per l'Epifania, in occasione della Befana. Un tempo venivano fatti in ogni famiglia e, fino agli anni del dopoguerra, erano una parte importante dei "chicchi" che riempivano le calze o i canestrini preparati per i bimbi accanto al camino o in fondo al letto: con una o due arance, dei fichi secchi, delle castagne secche, qualche noce e nocelle, c'erano angeli, befane, stelle comete di pasta che profumavano di buono e di Natale....
... semplici e con ingredienti poveri, ma ricchi della memoria delle singole famiglie e dei paesi, della tradizione di generazioni, per cui "fare la befana" è un rito che ricollega al passato ed è un riscoprirsi insieme in allegria, in un mondo che non dà il tempo per fermarsi.


                  La Befana raccontata

               Buona sera brava gente
              Vi ho portato i Befanini
                    La ricetta abbiate in mente
              Per rifarla ai bamborini.

Dentro un chilo di farina
Burro e zucchero ci vuole ( 350 gr)
Poi due uova di gallina
E un arancio un ci sta male.

Di limon una grattatina
Gli dà aroma e molto gusto
Poi due lieviti in bustina...
Ecco pronto il vostro impasto.

Con formine e mattarello
Date vita ai Befanini
E per far tutto più bello,
Ci van messi anche i chicchini.

E' ricetta molto antica
Della nostra lucchesia.
Non vi costano fatica
Se li fate in allegria.              
                        La Befana  ( Lucia Pardini)



Ingredienti
1 chilo di farina
1/2 chilo di zucchero
1/2 chilo di burro
5 uova
due bustine di lievito per dolci
un limone
sale q.b.

Per il marzapane:
nocelle
mandorle
pinoli
un chiaro d'uovo


Preparare i Befanini in casa mia significa festa!
Ci organizziamo due pomeriggi liberi: il primo per preparare l'impasto ( nella farina e nello zucchero si lavora con le mani il burro ammorbidito e si rende il tutto farinoso; poi si forma una buca, dove vengono messi le uova, il lievito, un pò di liquore, la scorza grattugiata del limone, e si lavora il tutto.) Il secondo giorno serve per spianare e cuocere i biscotti nelle latte apposite.
Qualcuno intanto si dedica a sgusciare le noci e i pinoli, per preparare il "sughetto" di marzapane da mettere a mucchietti sulla pasta, colorandolo con l'alchermes e stemperandolo con un sofficissimo chiari d'uovo sbattuto. Alla fine c'è una discreta quantità montagnetta di befanini nella cesta e un'altra montagnetta di farina sulla tavola, per terra e sui vestiti, ma la soddisfazione è grande.
Questi biscottini da nulla si fanno con tutta calma la settimana che precede il Natale e la sera che precede la Befana. Alla mia famiglia piacciono molto, forse proprio per l'aspettativa che suscitano e per il divertimento che ci procura pasticciare insieme. ( Valentina Ninci)  "



Questi antichi biscottini sono un'autentica delizia! secondo me anche un pò magici :)
grazie a Federica che mi ha regalato questo bellissimo libro ho scoperto questa preziosa ricetta, è così buona e così ben raccontata che non potevo non raccontarvela!


ho preparati i biscotti con 1/3 delle dosi indicate, ho impastatato e lasciato qualche ora in frigo, nel frattempo ho preparato il marzapane, poi ho steso, ritagliato, farcito e infornato (180 ° per circa 10 minuti, sfornare e far raffreddare su griglia)

ritrovandomi alla fine con una montagnetta di farina sulla tavola, per terra e sui vestiti :) e un profumo delizioso per tutta la casa :) !   provateli!!!

e per una ( mia)  versione sprint: stendere l'impasto, farcire con marzapane, arrotolare partendo dai due lati finendo al centro.
spennellare il dolce con il fondo della farcitura e cuocere per venti minuti, aggiungere una spolverata di zucchero a metà cottura.






BUONA BEFANA A TUTTI!!!!!

martedì 4 gennaio 2011

Il mese buono: Gennaio

  
A Gennaio non restò che stare a casa. Ormai la neve aveva occupato la terra, il gelo spesso e duro formava come una corazza lucida sul suolo. Tra gli alari del camino bruciavano i ceppi.
   Gennaio non si lamentava di nulla. Sbrigava i lavori attorno casa, poi sulla sera, si metteva nel canto del fuoco a raccontar novelle.
   Una notte sentì battere all'uscio. Aprì senza chiedere neppure chi fosse. Fuori imperversava una tempesta di neve, e tra il volteggiare dei fiocchi bianchi Gennaio si trovò dinanzi una vecchina curva e intabarrata in un grande scialle nero.
   - In giro con questo tempo da lupi? - esclamò Gennaio facendola entrare.
   La vecchina sorrise. Si scrollò di dosso la neve e rispose:
   - E' il mio mestiere.
   Gennaio non era curioso. Perciò non chiese alla vecchina nè di dove venisse, nè di dove andasse.
   L'aiutò invece a togliersi dalle spalle lo scialle bagnato e l'accompagnò verso il fuoco.
   - Venite nonnina, - le diceva premuroso. - Riscaldatevi. Ecco, mettetevi qui vicino alla fiamma. Toglietevi gli zoccoli. Anche le calze sono tutte bagnate. Volete cambiarle?
   Così dicendo corse al suo cassettone. Prese le due più belle calze che avesse e le porse alla vecchina.
   - Non fate complimenti, nonnina. Coi piedi umidi si prendono le infreddature.
   - Grazie figliolo! - diceva la vecchina commossa.
   - Avete bisogno di prendere qualcosa di caldo? Una tazza di latte? Non vi riguardate.
   - Grazie figliolo, - rispondeva la vecchina. - Tu sei veramente gentile.
   - Ora vi metto un pò di fuoco a letto, e andate a riposarvi presto.
   - Grazie figliolo. Tu sei buono.
   - E' il meno che posso fare per voi. Ditemi francamente se avete bisogno di altro.
   La vecchina ringraziava sempre sorridendo.
   Quando fu a letto Gennaio le rimboccò le coperte.
   - E ora dormite. Domattina vi sveglio io quando è l'ora della colazione. Buonanotte, nonnina!
   - Buonanotte, figliolo caro!
   Gennaio spense il lume e si recò nella sua camera. Dormì tranquillamente come al solito, mentre fuori fischiava la tramontana.
   Quando dalle imposte piene di neve filtrò un pò di luce bigia e scialba, Gennaio saltò dal letto. Si vestì e busso alla camera della vecchina. Nessuno gli rispose. Aprì pian piano l'uscio. Il letto era rifatto come se nessuno vi avesse dormito.
   Scese in cucina. Della vecchina nessuna traccia. Si accostò agli alari per accendere il fuoco e dalla cappa del camino vide penzolare le calze che la sera avanti aveva prestato alla vecchina.
   Ma non pendevano vuote e flosce. Apparivano gonfie, piene di roba insaccata a forza.
   Le staccò e con cautela cominciò a vuotarle. Erano piene di regali, di dolci, di frutta rare, di oggetti utili.
   Gennaio a ogni pacchetto dava in un grido di sorpresa.
   Nel puntale dell'ultima calza trovò finalmente un biglietto scritto con un carbone spento. Diceva:
   - " Perchè sei stato buono e generoso!".
   Seguiva una firma, che Gennaio stentò a decifrare. Era la firma della Befana.
                                                                                                            di P. Bargellini
                                                                                            tratto da Sorrisi
                                                                                        

sabato 1 gennaio 2011